Caro Ciro,

ho letto il tuo “Riflessioni su di una possibile riconsiderazione dei parametri di sicurezza nelle RSM”, su Ricerca ’90 di luglio 2002.

Il problema di malattie pesanti, spesso inguaribili e fatali, ci pone sempre davanti alla impotenza della natura umana. Quando siamo certi di aver trovato una valida via d’uscita per evitare un temuto g r a n d e ostacolo, qualcosa si mette in mezzo alle ruote con il rischio di spingerci fuori strada o addirittura spaventarci e così farci tornare indietro.

La Rivoluzione Solare Mirata ha messo a nostra disposizione delle grandi possibilità: sta a noi poterle utilizzare, sta a noi valutare se rientrano nella nostra scelta di vita e se tale ricorso integra i mezzi a nostra disposizione per portare avanti il nostro programma di vita.

Noi per raggiungere il traguardo possiamo, come dire, forzare il nostro percorso, anticipando i risultati, saltando alcune tappe e possibili ostacoli, per soddisfare la nostra ansia di raggiungere nel più breve tempo possibile il nostro traguardo, al quale vogliamo sempre dare connotati materiali e ciò, aggiungo, non coincide quasi mai con il vero obiettivo per cui siamo stati creati.

Vogliamo trovare il grande amore, vogliamo trovare un giusto e prestigioso ruolo sociale, vogliamo

sempre vivere in buona salute. E per soddisfare questi desideri, molto spesso la stragrande maggioranza fa di tutto. Vuole trovare sempre il mezzo ottimale che gli possa garantire il raggiungimento e la conquista di queste ambite mete.

Ovviamente il ricorso alle Rivoluzioni Solari Mirate rientra tra queste possibilità, se il nostro obiettivo è fissato nel tempo, ad esempio l’incontro auspicato con l’amore, quel posto ambito nel lavoro, la possibilità di evitare un preannunciato infortunio da incidente stradale, un intervento chirurgico anche serio. Ma quando si tratta di una patologia la cui origine è incerta, una patologia impegnativa che ha un decorso di anni, un tumore maligno, che cosa bisogna fare?

In diverse circostanze sono giunto alla conclusione che malattie che hanno una lunga incubazione possono sfuggire alla R.S.M., soprattutto se detta incubazione dura dieci, venti o forse anche più anni.

Inoltre non è da trascurare la possibilità che il “male” possa essere trasmesso da genitori malati, nel periodo di nascita del soggetto.

Quindi limitare l’uso del nostro bagaglio astrologico alle R.S.M. potrebbe non bastare più per “sfuggire” alle malattie cosiddette gravi.

La mia esperienza astrologica ha portato a rivalutare moltissimo le progressioni secondarie che, come più volte espresso nei miei interventi, a mio parere ci permettono di seguire lo

svolgimento della nostra vita, soprattutto per quello che concerne le malattie gravi.

Quindi tema natale + progressioni secondarie + rivoluzione solare, e, quando occorre, la rivoluzione

solare mirata. Inoltre potrebbe essere interessante passare dalle carte progresse a quelle corrispondenti astrogeografiche per analizzare il movimento dei pianeti dalla nascita

in poi e constatare quali siano, in quel momento, le aree geografiche a rischio.

Non credo sia prudente saltare il gradino della progressione secondaria il cui procedere ci può segnalare con congruo anticipo l’appuntamento con un evento importante, compresa la malattia grave, dandoci così il tempo necessario per la prevenzione diagnostica e quando l’appuntamento si fa più prossimo, ricorrere alla rivoluzione solare mirata per limitare i temuti danni.

Potrebbe essere una strada possibile, a sostegno delle R.S.M.

Vorrei concludere manifestando tuttavia la tesi che la vita è un’esperienza produttiva anche quando non ce ne rendiamo conto e che se sul nostro tragitto ci sono ostacoli molto impegnativi è legittimo fare di tutto per evitarli se è possibile, ma se non fosse possibile ci dovremmo impegnare per creare tutte le condizioni per presentarsi all’appuntamento certi di aver fatto di tutto per mettere il male in un angolo. E la soddisfazione della vittoria potrebbe essere di gran lunga più grande, tanto da porre le altre cose, che ci hanno impegnato per lungo tempo (soldi, carriera, ecc.), in un secondo

piano.

Antonio Adriani


(pubblicata su “Lettere” di Ricerca 90, n. 53, pag. 118)